Ultimamente, per ragioni professionali e non, mi sono ritrovata spesso a pensare alla coppia. Come ci si incontra? Quando e come si decide che si forma una coppia? E’ sempre meglio essere in due? Vivere in due? Quanto sono felici le coppie? E come? Perchè?
Tanti interrogativi a cui non penso serva dare una risposta definita e definitiva, ma sento di voler condividere riflessioni e opinioni conseguenti.
La coppia spesso soffre il fatto di portarsi appresso, come un peso a volte insostenibile, questioni non risolte delle rispettive famiglie di origine.
Il tema centrale attorno a cui ruotano quelli specifici delle singole soggettività è un mancato sviluppo della capacità di stare in relazione, capacità che si apprende prima di tutto in famiglia e poi a scuola, confrontandosi con i coetanei.
La tendenza alla socializzazione è una motivazione primaria, la mente nasce all’interno di relazioni. Ma cosa succede se il modello da cui abbiamo appreso aveva elementi disfunzionali? Siamo in grado di metterlo in discussione? Riusciamo ad uscire dalla dinamica di polarizzazione per cui la mia opinione, che nasce dalla mia esperienza, è giusta, mentre quella dell’altro, che nasce dalla sua esperienza, diversa, è sbagliata?
Credo che la maggior parte dei problemi relazionali della coppia odierna risieda nella incapacità di accogliere la visione dell’altro, considerando la differenza come un valore. Se è uguale alla mia va bene, altrimenti occorre negoziare, comprendere, accogliere la differenza e, a volte, accettare di fare un passo indietro. Con tutto il significato negativo del subire, arretrare, rinunciare.
La negoziazione dei bisogni è il primo passo per costruire una coppia, all’inizio, mentre ci si conosce, attraverso un dialogo costante, paziente e affettivo. E se invece, facessimo un passo laterale? Ok, in questo momento, metto davanti il tuo bisogno, mi fermo, faccio un passo di lato, scorro, mi metto di fianco a te e traggo piacere dalla soddisfazione del tuo desiderio. E questa negoziazione è continua, costruisce le fondamenta ma ritorna necessaria a ogni nuovo passo evolutivo individuale che richiede un riallineamento, una nuova sintonizzazione. Certo, non è una passeggiata, ma per il benessere un po’ di impegno è inevitabile!
Credo che solo questo modo di stare in relazione fin dall’inizio possa far affrontare alla coppia qualsiasi evento di rottura: l’arrivo dei figli, un tradimento, la perdita del lavoro, l’intrusione delle famiglie di origine, solo per citarne alcuni. Solo se c’è uno spazio terzo condiviso, coeso e intero, dove ci siamo tutti e due, fatto di ascolto, comprensione, accettazione, gioco e scherzo, possiamo
continuare a sentirci insieme ma separati, luminosi ma con spazi personali, uniti ma anche capaci di sentirci soli.
“Quando incontri qualcuno, ricorda che è un incontro sacro. Come Lo vedi, Ti vedi. Come Lo tratti, Ti tratti. Come Lo pensi, Ti pensi. Ricorda che attraverso di Lui o Ti perderai o Ti ritroverai.”
Franco Battiato.